Mostra
Camere con vista
Aby Warburg, Firenze e il laboratorio delle immagini
Firenze, Gallerie degli Uffizi
La prima sala della mostra, dedicata a "Aby Warburg a Firenze"
«Ebreo di Sangue, Amburghese di cuore, d’anima Fiorentino»: così si definisce Aby Warburg. Il suo intenso rapporto con Firenze si riflette anche nel ruolo eminente che la città svolge nel suo ultimo progetto, l'Atlante Mnemosyne, il laboratorio aperto delle immagini, rimasto incompiuto alla sua morte nel 1929. La serie di tavole composte di riproduzioni, in gran parte fotografiche, di opere d’arte e altre immagini si offre come una cartografia della memoria culturale. I 63 pannelli dell’ultima versione sono stati ricostruiti nel 2020 con materiali originali del Warburg Institute a partire da fotografie del 1929; una selezione viene qui esposta per la prima volta in Italia.
Il passato di Firenze studiato dal giovane Warburg è la civiltà artistica del tardo Quattrocento, il mondo di Botticelli e Ghirlandaio, con il diffondersi di temi profani, il moltiplicarsi delle immagini in una pluralità di media artistici e la ripresa di modelli antichi. Con gli anni lo sguardo su Firenze si amplia e si complica: da un lato, in direzione di un approccio di antropologia comparata, dall’altro, in forma di riflessione critica sul presente, sulla base di analogie profonde osservate nella politica visiva e nelle pratiche dell’immagine.
La mostra riporta gli esperimenti rivoluzionari di Warburg nel luogo stesso da cui hanno tratto molte ispirazioni. Luogo, media, e immagine sono le tre nozioni chiave della mostra, che si articola in cinque sale tematiche e altri spazi delle Gallerie: 1) il rapporto tra Warburg e Firenze; 2) il ruolo dell’effimero; 3) il laboratorio delle immagini, prima di tutto fotografiche; 4) il disegno come Pathosformel (formula di pathos); e, 5) nella sezione Danza, Ninfa, Furore, l’«inversione energetica», altro celebre concetto di Warburg.
Giuliano Giamberti, detto Giuliano da Sangallo, Figura maschile stante, 1506–1510 ca. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
La Primavera di Botticelli con la restituzione del layout del pannello per la tavola 39 dell'Atlante Mnemosyne di Aby Warburg
La sala con Pasolini, 2 novembre 1975, Son Weeping for His Mother e Women Weeping for a Lampedusa Shipwreck di William Kentridge
Nelle sale delle Gallerie degli Uffizi, un triplice dialogo viene messo in scena
- tra le tavole dell’Atlante,
- le opere degli Uffizi (tra cui la Adorazione dei Re Magi di Gentile da Fabriano, Primavera e la Nascita di Venere di Botticelli, il Trittico Portinari e il Laocoonte di Bandinelli) e di altre collezioni,
- e gli interventi di artisti contemporanei come William Kentridge, Lebohang Kganye, Alexander Kluge, Goshka Macuga, Małgorzata Mirga-Tas, Sissi Daniela Olivieri e Akram Zaatari.
È un dialogo che invita a riflettere in particolare su coordinate e percorsi, del passato e del presente, delle Gallerie degli Uffizi stesse, intese a loro volta come un «Atlante» con le loro opere antiche e rinascimentali. Nello stesso momento dimostra l’attualità del pensiero per immagini di Warburg con la sua prassi di taglio, scalatura e montaggio in costellazioni sempre nuove: le immagini, afferma, sono migranti, condensano e ri-attivano riserve di energia, simulano movimento, esprimono stati emotivi. Un’attualità – considerando le dinamiche digitali della cultura visuale dei nostri tempi, ma anche per quanto riguarda una storia delle immagini e dell’arte ‘globale’.
Aby Warburg, Medea, 1898–1900 ca., foglio da 'Zettelkasten' n. 63. Londra, The Warburg Institute Archive
Fotografo non identificato, Aby Warburg nella sua camera d'albergo all'Hotel d'Italie a Firenze, 1906. Londra, The Warburg Institute Archive
Restituzione del layout dei pannelli per per le tavole 48 e 43 dell'Atlante Mnemosyne di Aby Warburg
Aby Warburg
Nato ad Amburgo da una famiglia di banchieri di origine ebraica, Aby Warburg (1866–1929) studia storia dell’arte a Bonn, Strasburgo e Firenze, dove incontra la sua futura moglie, l’artista Mary Hertz, ed è tra i promotori del Kunsthistorisches Institut in Florenz. Nel 1893 pubblica una dissertazione sui dipinti mitologici di Botticelli. Dopo un viaggio che lo porta ad accostare l’arte e la cultura delle popolazioni Hopi e Pueblo in Arizona e New Mexico, nel 1897 si sposa e si stabilisce a Firenze. Dal 1904 è ad Amburgo, e amplia le sue ricerche alla storia dell’immaginario astrologico. Crea una straordinaria Biblioteca per gli studi culturali, che diventerà l’attuale Warburg Institute, emigrato dalla Germania nazista e oggi parte della University of London. Dopo la prima guerra mondiale il suo equilibrio nervoso precipita; trascorre anni nella clinica di Binswanger sul lago di Costanza (1921-1924). Tornato al lavoro, riprende e amplia gli studi su feste e teatro del Rinascimento e si dedica a realizzare un Atlante di immagini intitolato Mnemosyne, che alla sua morte, nel 1929, resterà incompiuto.
Anchise Mannelli, 1684 – Firenze – Porta alla Croce, 1900 ca. Firenze, Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, Fototeca
Małgorzata Mirga-Tas, Untitled (After Gentile da Fabriano), 2023, in mostra nella sala di Gentile da Fabriano
La terza sala della mostra, dedicata al tema del "Laboratorio", con Googlegram 9: Homeless di Joan Fontcuberta
La mostra, organizzata dalle Gallerie degli Uffizi e dal Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut con il Warburg Institute, Londra, è curata da Costanza Caraffa, Marzia Faietti, Eike D. Schmidt, Bill Sherman, Giovanna Targia, Claudia Wedepohl e Gerhard Wolf con Katia Mazzucco (coordinamento scientifico) e Lunarita Sterpetti (assistenza curatoriale).
The app Aby Warburg’s Florence (available on Apple App Store and Google Play Store) invites visitors to follow three itineraries in Florence, related to Warburg’s studies. A selection of ‘Florentine voices’ offers unexpected perspectives on the city from the second half of the fifteenth century to Warburg’s time.
Il catalogo della mostra (Firenze/Milano: Giunti, 2023; 383 pagine) è a cura di Marzia Faietti, Eike D. Schmidt, Giovanna Targia, Gerhard Wolf con Bill Sherman, Katia Mazzucco, Lunarita Sterpetti e Claudia Wedepohl.
Lunedì 13 novembre 2023 alle ore 16 in Palazzo Grifoni (Via dei Servi 51, 50122 Firenze) avrà luogo una tavola rotonda a cui parteciparanno Andreas Beyer (Universität Basel), Horst Bredekamp (Humboldt-Universität zu Berlin, da confermare), Monica Centanni (Università Iuav di Venezia), Claudia Cieri Via (Sapienza Università di Roma), Maurizio Ghelardi (Scuola Normale Superiore, Pisa) e Alina Payne (Villa I Tatti – The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies).
Artista ignota, Vaso pseudocerimoniale con motivo a serpente e bordo a gradini, 1890–1895 ca. Amburgo, Museum am Rothenbaum, Kulturen und Künste der Welt (MARKK)
19 settembre – 10 dicembre 2023
Gallerie degli Uffizi
Piazzale degli Uffizi 6
50122 Firenze
Orari di apertura
Dal martedì alla domenica, dalle 08:15 alle 18:30