Andrea de Marchi: L'eredità del paliotto a Venezia: pale orafe e pale dipinte

Conferenza serale

Nel 1209, con l'aggiunta degli smalti superiori giunti da Costantinopoli, il paliotto orafo della basilica di San Marco viene collocato sopra, e non più davanti all'altare che sovrasta le spoglie del santo evangelista: è così riqualificato, diventa infine la "Pala d'oro". La diffusione di numerose pale in argento dorato, tra Due e Trecento, segna il panorama delle chiese di Venezia ed in genere dell'Alto Adriatico, caratterizzando tali tavole d'altare come ancone-reliquiario, prestigiosi segnacoli del culto delle reliquie in chiese-santuario, per cui la basilica marciana è l'archetipo indiscusso. Il pregio materiale e le conseguenti distruzioni del maggior numero di questi manufatti, ampiamente attestati dalle fonti, nonché lo sviluppo trecentesco dei polittici gotici, preferiti nel circuito alternativo delle chiese degli ordini mendicanti, hanno appannato la nostra percezione dell'importanza di questa produzione, che esercitò influssi vasti e pervasivi. Le tracce materiali di alcune strutture di contenimento e protezione, il problema delle modalità di apertura per il disvelamento delle reliquie, le varianti sul tema comune fornito dalla Pala d'oro per antonomasia, la sopravvivenza di alcuni surrogati in legno intagliato e dorato e di ancone-reliquiario in terraferma sono tutti elementi che possono arricchire una ricostruzione altrimenti basata essenzialmente sui soli documenti.

Andrea De Marchi è professore associato di Storia dell'arte medioevale all'Università di Firenze. Le sue prime ricerche, sulla pittura tardogotica nelle Marche e a Venezia, sono confluite nel libro Gentile da Fabriano. Un viaggio nella pittura italiana alla fine del gotico (1992, riedito nel 2006). Si è interessato di svariati argomenti, riguardanti la pittura, il disegno e la miniatura fra gotico e rinascimento, pubblicando in riviste specializzate come Prospettiva, Arte veneta, Bollettino d'arte, Nuovi studi. Inoltre ha contribuito a importanti mostre : a Siena su Beccafumi (1990) e Francesco di Giorgio (1993), a Firenze sulla Pittura di luce (1990) e il Giardino di San Marco (1992), a Lucca sulla pittura al tempo di Paolo Guinigi (1998), a Piacenza sull'età gotica (1998), ad Urbino sulla Fioritura tardogotica nelle Marche (1998). Con Andrea Bacchi ha pubblicato un volume sul miniatore parmense Francesco Marmitta (1996). Nel 1996 ha fondato con altri giovani studiosi 'Nuovi studi. Rivista d'arte antica e moderna', di cui è redattore. Sta collaborando con Michel Laclotte ad un repertorio dei dipinti italiani in Francia. Insieme ad altri ha curato più di recente diverse mostre, accompagnate da progetti di ricerca: nel 2000 sul Trecento a Bolzano, nel 2002 su Il Quattrocento a Camerino. Luce e prospettiva nel cuore della Marca, nel 2004-2005 su Fra Carnevale. Un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca (Milano, Brera e New York, Metropolitan Museum), nel 2006 su Gentile da Fabriano nella città natale dell'artista.

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