Marzia Faietti: Roma 2020: Raffaello ai tempi del coronavirus

Evento interno

Raffaello, Ritratto di Tommaso Inghirami detto “Fedra” (particolare), 1510-1512, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina

La conversazione con Marzia Faietti prenderà avvio dall'illustrazione della mostra Raffaello 1520-1483 riaperta alle Scuderie del Quirinale dal 2 giugno scorso a seguito della chiusura avvenuta tre giorni dopo l'apertura ufficiale del 3 marzo, alla presenza del Capo dello Stato.
Una prima parte della conversazione sarà dunque incentrata sugli obiettivi e la struttura sia dell'esposizione che del catalogo, entrambi ordinati in varie sezioni che cronologicamente si dipartono dagli ultimi anni di attività di Raffaello per concludersi con la sua primissima attività. La mostra, focalizzata principalmente sull'Urbinate, intende restituire l'immagine di Raffaello artista universale non soltanto per i numerosi incarichi che ricevette nella Roma di Giulio II e in particolare di Leone X e conseguentemente per i ruoli differenziati che ricoperse con grande duttilità, ma anche e soprattutto per il dinamismo e lo sperimentalismo incessanti della sua ispirazione artistica, il desiderio di spingersi oltre il concetto quattrocentesco della mimesis della natura e dell'antico per giungere alla rappresentazione in pittura del non visibile e, su questa strada, la volontà di superare la prospettiva lineare centrica nella rappresentazione di uno spazio cosmico o infinito. Lungo tale eccezionale traiettoria poteva verificarsi una ricomposizione unitaria delle arti e maturare quella riconciliazione del passato con il presente, che nel recupero della memoria storica e delle memorie classiche individuava la speranza di una progettazione del futuro.
La parte finale della conversazione si intratterrà sulle strategie di comunicazione approntate a seguito della chiusura forzata della mostra durante il lockdown. Queste ultime hanno conosciuto alcuni momenti salienti in occasione delle celebrazioni virtuali del quinto centenario della morte dell'artista, il 6 aprile scorso, e nella spontanea richiesta da parte di un pubblico vasto e multiforme di conferenze, talora organizzate con intenti di beneficenza a favore della Protezione Civile. Il merito di tali conferenze non è stato soltanto la divulgazione dell'esposizione presso un pubblico tanto ampio quanto disomogeneo, ma anche l'offerta di qualche elemento utile alla preparazione di visitatori non addetti ai lavori in vista della loro futura visita alla mostra, nel caso della sua auspicata riapertura. In tal modo essa si configurava sempre più come un evento da meditare piuttosto che da "consumare".

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