Beat Brenk: Retorica, ambizione e funzione della Cappella Palatina a Palermo
Abendvortrag / Conferenza serale
La Cappella Palatina di Palermo è uno dei monumenti più enigmatici del 12. secolo in Italia. Se la committenza normanna è indiscussa, che cosa significa questa committenza se l'80% della popolazione siciliana era musulmana, e il 20% era costituita da italo-Greci, Longobardi/Lombardi e pochissimi Normanni di lingua francese, che però avevano il potere? La ricerca ha fin qui sempre dichiarato l'architettura della cappella come mescolanza di influenze romaniche, bizantine a islamiche, senza però approfondire l'analisi delle forme e del loro significato. I bizantinisti, invece, hanno considerato i mosaici parietali come il loro terreno di caccia tout court. Più complessa si rivela la ricerca sul tetto dipinto della cappella: le pitture arabe di tematica non-religiosa sono fatte da artisti provenienti dall'Egitto, dall'Africa settentrionale o dal Vicino Oriente? Durante i restauri finanziati dalla fondazione Würth l'autore ha avuto la possibilità, negli ultimi anni, di studiare il monumento dai ponteggi. La conferenza offre un riassunto di questi studi che verranno pubblicati in una edizione sulla Cappella Palatina in tre volume nella collana 'MIRABILIA ITALIAE' (Panini editore, Modena).
Beat Brenk è professore ordinario di storia dell'arte paleocristiana e medievale presso l'università di Basilea (1977-2002) e professore di chiara fama di archeologia cristiana e medievale presso l'università di Roma 1 "La Sapienza" (2003-2008), ha insegnato anche all'università di Amburgo, alla Hebrew University of Jerusalem, all'università di Utrecht, alla Johns Hopkins University di Baltimora, alla Stanford University. Le sue pubblicazioni sono dedicate all'arte tardo-antica, paleocristiana, altomedievale e romanica (I mosaici di S. Maria Maggiore a Roma, Il lezionario di Desiderio di Montecassino, La rappresentazione del giudizio universale durante l'alto medioevo, La cristianizzazione del mondo tardo antico, Architettura e immagini del sacro nella tarda antichità etc.). Il suo libro più recente (Reichert 2010) è in inglese col titolo: The Apse, the Image and the Icon.
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