Aldo Galli: Un problema aperto per la scultura lombarda del Quattrocento: Filippo Solari e Andrea da Carona

Wissenschaftliches Kolloquium

Filippo Solari e Andrea da Carona (nel Canton Ticino) sono gli autori documentati dello spettacolare sepolcro di Vitaliano Borromeo, originariamente in San Francesco Grande a Milano e oggi nelle raccolte Borromeo all’Isola Bella. Con i pagamenti per il monumento, scalati nel biennio 1445-1446, si esauriscono sostanzialmente le nostre conoscenze sui due maestri, completamente ignoti alle fonti letterarie e che non sembrano aver mai lasciato la firma sui propri marmi. Pur in un quadro documentario così rarefatto, gli studi degli ultimi quindici anni (in particolare di Giancarlo Gentilini, Richard Stemp, Anne Markham Schulz) hanno cominciato a individuare il ruolo capitale svolto da questa bottega per la scultura dell’Italia settentrionale, giungendo a riferire a Filippo e ad Andrea un catalogo sempre più vasto e articolato, che si estende su un’area vastissima, da Venezia sino a Savona. Al loro nome sono oggi collegate decine di sculture, la cui esecuzione si scala tra i tardi anni Venti e la metà del secolo: ne fanno parte imprese di grande impegno e prestigio, dall’altare dei Mascoli nella basilica di San Marco a Venezia al monumento equestre di Francesco Spinola a Genova all’intera decorazione plastica del borgo di Castiglione Olona (dove il cardinale Branda da Castiglione volle i due maestri originari del Lago di Lugano a lavorare accanto a Masolino, al Vecchietta e a Paolo Schiavo).

La nuova ricerca intende pervenire ad una definizione del catalogo della bottega (che soprattutto a Genova può ancora arricchirsi di diversi numeri, alcuni dei quali di primaria importanza); chiarirne l’articolazione che, per l’ampiezza del raggio d’attività e le oscillazioni sensibili nella tenuta qualitativa, potrebbe risultare più complessa di quanto i soli nomi di Filippo e Andrea lascino sospettare; individuare le componenti della cultura di questi maestri che, sebbene lombardi, risultano però del tutto atipici nel panorama della regione, estranei come sono al registro espressivo tutto tardogotico che trionfa ben oltre la metà del secolo al cantiere del Duomo di Milano e nelle altre fabbriche a quella connesse; indagare alcuni aspetti relativi alle tecniche e in particolare all’impiego della terracotta, che apparentemente fa qui la sua prima comparsa in Lombardia, con netto anticipo sulla stagione - tanto più celebre e studiata - dei plasticatori della Certosa di Pavia.

Infine vorrei chiarire il peso determinante che questi misconosciuti artefici hanno avuto in particolare per gli sviluppi - ancora così poco noti - della scultura ligure del XV secolo.

CV Aldo Galli:

Laureatosi nel 1991 all'Università di Siena con una tesi su Michele da Firenze e la rinascita della scultura in terracotta, ha poi conseguito il Dottorato di ricerca presso l'Università di Torino, con un lavoro sulla Cultura figurativa a Parma nella prima metà del Quattrocento. Borsista presso la Fondazione Roberto Longhi (1993) e presso l'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento di Palazzo Strozzi (1998-1999), è entrato in seguito come storico dell'arte presso la Soprintendenza di Genova (Beni Artistici e Storici della Liguria). Dopo le attività svolte presso le università di Siena e dell’Aquila è ora ricercatore di Storia dell’arte medievale all’Università di Trento. Il suo campo d’indagine concerne la pittura e scultura del Quattrocento, sia in Toscana che nell’Italia settentrionale.

Fra le sue pubblicazioni principali si ricordano: Michele da Firenze: i problemi dell'attività giovanile, in "Prospettiva", 68, 1992; Miniatura tardogotica emiliana: uno sguardo su Parma, in "Prospettiva", 83-84, 1996; Due sculture del Quattrocento a Parma, in Scritti per l'Istituto Germanico di Storia dell'Arte di Firenze, Firenze 1997; Nel segno del Ghiberti, in La bottega dell'artista tra Medioevo e Rinascimento, Milano 1998; La Maestà di Vincenzo Foppa per Lazzaro Doria: precisazioni sulla committenza e il contesto, in Vincenzo Foppa. Un protagonista del Rinascimento, atti del convegno (Brescia, ottobre 2001), Milano 2002; con Luciano Bellosi e Laura Cavazzini, Masaccio e le origini del Rinascimento, San Giovanni Valdarno 2002; Pollaiolo, Milano 2005.

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