Mostra

Antony Gormley. ESSERE

L'esposizione è promossa e organizzata dalle Gallerie degli Uffizi unitamente al Kunsthistorisches Institut in Florenz, allo Studio Antony Gormley e alla Galleria Continua

Antony Gormley, Passage, 2016. Wassenaar (Paesi Bassi), Museum Voorlinden

Con la grande mostra ESSERE le Gallerie degli Uffizi celebrano l'artista britannico Antony Gormley, vincitore del Turner Prize e membro della Royal Academy di Londra, le cui sculture sono accolte nelle collezioni dei maggiori musei del mondo. Nell'Aula Magliabechiana, nuovo ampio spazio al piano terreno del museo, sono esposte dodici opere in equivalenti spazi nitidi con copertura a volta, scanditi da sei pilastri e privi di pareti interne. Al centro dell'esposizione due opere realizzate a trentacinque anni di distanza tra loro, Passage (2016) e Room (1980), che sollecitano una partecipazione attiva del visitatore nella riflessione tra corpo e spazio nell'ambito della nuova estetica ideata dall'artista. Passage è un tunnel in acciaio Cor-Ten dalla forma umana lungo 12 metri che potrà essere percorso dai visitatori; Room invece è composto da una serie di abiti dell'artista tagliati in un nastro continuo largo 8 millimetri, che definisce un recinto quadrato di 6 metri per 6, non accessibile al pubblico. Tra le opere realizzate appositamente per la mostra, come risultato di un lungo processo creativo dell'artista, Veer II (2018), un'evocazione tridimensionale in ghisa di un sistema nervoso al centro del corpo a grandezza naturale, e Breathe (2018), un'opera espansiva di grandi dimensioni ricoperta di piombo, che applica i princìpi cosmici del Big Bang alla singolarità di un corpo soggettivo.

L'esposizione, curata da Eike D. Schmidt e Max Seidel, è ideata non solo per accogliere una selezione delle opere del lungo arco di produzione dell'artista, ma anche per instaurare un dialogo tra uno dei maggiori scultori contemporanei e la collezione storica delle Gallerie degli Uffizi. Tale idea del paragone tra antico e moderno si sviluppa in primis in una sala dedicata al dialogo tra l'Ermafrodito dormiente, copia romana di età imperiale da un originale ellenistico del II secolo a.C. posta su un basamento, e la scultura Settlement IV del 2005 adagiata sul pavimento. La rappresentazione del "critical break with the history of western sculpture" negli ambienti del museo si sviluppa con due sculture della serie Another Time: una posta di fronte alle finestre del corridoio del primo piano del museo, rivolta ad osservare la città sul fiume, e un'altra collocata sulla terrazza della Loggia dei Lanzi in dialogo visivo con il Campanile di Giotto e la Cupola di Brunelleschi. La scelta delle opere nel museo e del loro dialogo con la città si qualificano come un vero e proprio omaggio alla tradizione storico-artistica di Firenze, rappresentato anche dall'opera Sense (1991), un cubo di calcestruzzo con le impronte della testa e delle mani della figura contenuta nel blocco, quale riferimento alla concezione creativa di Michelangelo rappresentata dai Prigioni, seppur con una netta distanza dalla poetica del non-finito.

Questi inediti confronti permettono di ricostruire sia la formazione dello scultore che l'intenso scambio con i maestri dell'arte antica. L'idea di una mostra delle opere di Antony Gormley alle Gallerie degli Uffizi nacque con il desiderio di dare attuale seguito alla collezione degli autoritratti e proseguire il progetto iniziato dal Cardinale Leopoldo con la richiesta di una donazione di un'opera di artisti contemporanei scelti ad esporre le loro opere in una sede tanto prestigiosa. Ad aprire la mostra infatti è l'autoritratto Present (2018), un sostantivo che allude alla lettura del titolo sia come dono che come presenza, e che rappresenta la trasformazione della scultura dallo stile realistico a quello digitale della rappresentazione. La poetica dell'artista, unitamente ad una profonda analisi scientifica delle sue opere, sono presentati in un accurato catalogo, edito da Giunti Editore, concepito come opera innovativa per comprendere le creazioni di Antony Gormley e il suo percorso creativo. All'interno del volume è presente il saggio Prospettive di Max Seidel e Serena Calamai, nato da un'intensa riflessione sull'opera di Antony Gormley che ha stimolato uno studio approfondito, attraverso il classico metodo storico-artistico del paragone, delle sculture esposte in mostra in confronto con l'arte antica e le opere di Giacometti e Brancusi, delineando così gli aspetti di una nuova estetica che segna una cesura con la grande tradizione della statuaria occidentale.

La mostra e il catalogo sono a cura di Eike D. Schmidt e Max Seidel.

26 febbraio – 26 maggio 2019

Gallerie degli Uffizi

Aula Magliabechiana
Piazzale degli Uffizi 6
50122 Firenze

La mostra segue l'orario di apertura del museo.

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