Mostra

Da Jacopo della Quercia a Donatello

Le Arti a Siena nel primo Rinascimento

Una mostra a cura di Max Seidel insieme con Francesco Caglioti, Eliana Carrara, Laura Cavazzini, Marco Ciatti, Elisabetta Cioni, Andrea De Marchi, Gabriele Fattorini, Aldo Galli e Lucia Simonato

La mostra, che intende dare un panorama ampio e articolato del primo Rinascimento senese, è ordinata in otto sezioni e comprende dipinti, sculture, miniature, tessuti e oreficerie, distribuiti in tre diversi sedi espositive, tutte affacciate sulla piazza del Duomo di Siena. Il percorso si apre negli spazi dello Spedale di Santa Maria della Scala con una sezione dedicata a Jacopo della Quercia, del quale sarà ripercorsa l'intera carriera grazie a una straordinaria serie di prestiti di opere in legno, marmo e terracotta. Accanto alle prove quercesche troveranno spazio testimonianze dei più importanti scultori senesi di quel tempo, Francesco di Valdambrino e Domenico di Niccolò. La mostra prosegue con una sezione tematica dedicata alla fortuna quattrocentesca di alcuni grandi testi pittorici del Trecento, eletti a immagini dell'identità civica. Sono tavole e affreschi dei fratelli Lorenzetti o di Simone Martini, le cui composizioni vengono riproposte da pittori come Giovanni di Paolo, Sano di Pietro o Matteo di Giovanni. Il percorso prosegue illustrando il profondo rinnovamento della pittura senese che ha luogo nel corso degli anni venti del Quattrocento, grazie anche ad autorevoli presenze 'forestiere': quelle di Lorenzo Ghiberti e Donatello, impegnati nel cantiere del fonte battesimale, e quella di Gentile da Fabriano, carica di conseguenze per la pittura del giovane Giovanni di Paolo. Protagonista di questa nuova stagione è Stefano di Giovanni, detto il Sassetta, di cui si sono raccolti per la prima volta tutti i frammenti della pala dipinta nel 1423-1424 per l'Arte della Lana, insieme con altri capolavori. Sono quindi rappresentati i più notevoli pittori del suo seguito, come Pietro di Giovanni d'Ambrogio, Sano di Pietro e il Maestro dell'Osservanza (il cui catalogo potrebbe corrispondere alla fase giovanile dello stesso Sano). Un'ulteriore sezione illustra, attraverso uno spettacolare accostamento di grandi statue e pale d'altare, il peso avuto dall'ultimo soggiorno senese di Donatello (1457-1461) sui nuovi protagonisti dell'arte senese, come Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, Matteo di Giovanni e Antonio Federighi. Al termine di questo percorso cronologico si incontra una sezione tematica dedicata alle forme della devozione e ad esempi di arte secolare e pubblica: altaroli e dipinti per devozione privata, figure lignee del Bambin Gesù, busti reliquiario, cofani, cassoni. A conclusione dell'itinerario interno al Santa Maria della Scala si presenta una serie di manoscritti miniati, di destinazione tanto laica che ecclesiastica, che ci mostrano all'opera alcuni dei pittori già incontrati su tavola, dal Sassetta a Giovanni di Paolo. Distribuiti tra le varie sale di questa sede si trovano anche i preziosi tessuti di manifattura senese. Nella cripta del Duomo è invece allestita la sezione dedicata agli oggetti di oreficeria, che presenta un'antologia dei più significativi prodotti in oro, argento e smalti dai maestri senesi attivi tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento. Al Museo dell'Opera, infine, è stata allestita una sala che documenta due grandi altari originariamente collocati, uno accanto all'altro, nel transetto destro del Duomo: il grande polittico Tolomei di Gregorio di Cecco (di cui sono state ricomposte la predella e le cuspidi) e l'altare del Crocifisso, con le magnifiche sculture di Domenico di Niccolò e del misterioso Alberto di Betto.

L'esposizione, organizzata dal Comune di Siena e dalla Fondazione Monte dei Paschi-Vernice Progetti Culturali, è promossa, oltre che dal Comune, dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Siena e Grosseto, dall'Archivio di Stato di Siena, dalla Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena, dalla Fondazione Musei Senesi, dal Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, dall'Opera della Metropolitana di Siena, dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e dall'Università degli Studi di Siena.

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