I conoscitori tedeschi tra Otto e Novecento

Convegno

In memoria di Luciano Bellosi e Miklós Boskovits

Organizzato da Andrea De Marchi, Francesco Caglioti e Alessandro Nova

In seguito alla scomparsa di Luciano Bellosi e di Miklós Boskovits il Kunsthistorisches Institut, in collaborazione con il Dipartimento di storia archeologia geografia arte e spettacolo dell'Università di Firenze e con la Fondazione Roberto Longhi, intende rendere omaggio alla memoria dei due studiosi promuovendo un convegno dedicato ai 'Conoscitori tedeschi fra Otto e Novecento', un tema caro allo storico dell’arte ungherese.

L'intenzione è di offrire una galleria di ritratti non meramente prosopografici, bensì letture vive che mettano in luce attraverso singole vicende l'originalità e l'evoluzione di un metodo. Si è deciso di iniziare dai primordi, nel primo Ottocento, con le 'Italienische Forschungen' di Rumohr, i viaggi di Ramboux, i lavori di Passavant e di Waagen. Si affronterà quindi l'intreccio tra la pratica dell'esperto, il mercato artistico e la costituzione dei grandi musei europei, dove domina la figura di Wilhelm von Bode. Nel primo Novecento la storia dei maggiori conoscitori è spesso connessa con quella stessa del Kunsthistorisches Institut in Florenz, col dialogo con gli studiosi italiani, e dall'altra con una tragica diaspora verso l'Inghilterra e gli Stati Uniti, dove si affermarono conoscitori di origine tedesca come Offner, Suida e Valentiner.

Intere generazioni di studiosi si sono cimentate in Germania, in modi via via diversi, coi problemi dell'attribuzione, della costruzione dei 'corpora' d'autore, delle seriazioni cronologiche, della distinzione della copia dall'originale, dell'accertamento dell'autenticità rispetto ai falsi, dell'individuazione dei nessi formativi fra allievi e discepoli, della traduzione linguistica dei caratteri formali di un prodotto figurativo, e della dimostrazione dialettica di un' 'expertise' apparentemente soggettiva e non sempre facilmente codificabile. Avviare una riflessione sul lavoro di questi studiosi vuol dire riportare alla luce situazioni e ambienti cruciali in cui la disciplina storico-artistica si strutturò nella sua autonomia disciplinare. Ma vuol dire anche interrogarsi sugli aspetti intellettualmente più vivaci e provocatori di questi personaggi, comprenderli nel contesto del loro tempo per cogliere meglio quanto di ancora attuale risieda nel metodo di lavoro da loro praticato.

Mandy Richter  
Telefon:+39 055 24911-85
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