Gianni Romano: Per la giovinezza del Bramantino

Abendvortrag / Conferenza serale

La nostra conoscenza del Bramantino è legata a pochi documenti sicuri e a una serie non certo abbondante di opere la cui scalatura cronologica ha subito molte variazioni. Solo di recente si sono raggiunte alcune certezze e sono state proposte alcune ipotesi plausibili sull'itinerario del pittore, in special modo sui problemi che caratterizzano la sua fase giovanile. Nel dicembre del 1480 entra nella bottega di un orafo (Francesco de Camperis) ma non sembra debba restarvi a lungo, anche se le sue opere iniziali sono di una affilata secchezza da orafo. I suoi rapporti con Bramante, per la possibile collaborazione agli 'uomini d'arme' di Casa Panigarola, ora a Brera, sono riconducibili ai tardi anni Ottanta del Quattrocento (post 1486. quando la cosidetta Casa Panigarola diventa proprietà di Gaspare Visconti) e già nel 1489 il nostro pittore è noto con il soprannome di Bramantino. L'Argo del Castello di Milano non può cadere oltre il 1493-1494 e il Cristo di Chiaravalle, oggi a Brera, è strettamente legato a questo impressionante affresco mitologico. L'ultimo decennio del secolo si chiude con l'intervento nel Castello di Voghera, per un ciclo dedicato alle Muse da poco recuperarto sotto lo scialbo, legato a un prestigioso committente francese (il conte di Ligny); ancora per un committente francese Bramantino eseguirà una copia dell'Ultima Cena di Leonardo,nel 1503 (per il tesoriere generale di Francia Antoine Turpin) segno di un contatto significativo con il capolavoro di Leonardo che lascerà una traccia incisiva, ma abilmente dissimulata nella produzione di Bramantino.

Negli anni a cavallo del 1500 vengono a cadere tre capolavori che segneranno la storia della pittura lombarda del Cinquecento: la pala di San Michele, oggi all'Ambrosiana di Milano, i cartoni per gli arazzi con i Mesi di casa Trivulzio, ora al Castello di Milano, e la Crocifissione su tela della Pinacoteca di Brera. Con queste opere superbe, di datazione ancora su judice, si chiude la spettacolare maturazione del Bramantino, che sarà ancora attivo e determinante in Lombardia per almeno un quarto di secolo.

Gianni Romano è stato dal 1987 professore ordinario di Storia dell'Arte presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Torino (fino al 1990 ha insegnato Storia della Critica d'Arte; poi Storia dell'Arte medioevale, fino al 1997; infine Storia dell'Arte moderna e dal 2009 è in congedo). Prima dell'itinerario didattico ha percorso l'intero curriculum della carriera direttiva e dirigenziale presso la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte a Torino (dal 1970 al 1987), fino al ruolo di Soprintendente dirigente.

Ha curato numerose mostre monografiche, territoriali e sulle collezioni museali piemontesi. Nel 1982 ha avviato e definito le linee del progetto di riordino della Galleria Sabauda di Torino poi realizzato gradualmente dai direttori che gli sono succeduti. Dal 1986 dirige la collana Arte in Piemonte della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino; è autore di libri, saggi ed articoli, alcuni dei quali sono stati tradotti in francese, in inglese e in tedesco.

Area di particolare competenza: Arte nell'Italia settentrionale dal Romanico al Settecento

LIBRI

Casalesi del Cinquecento. L'avvento del Manierismo in una citta' padana, Torino 1970 (Einaudi); Studi sul paesaggio, Torino 1978 (Einaudi); parzialmente tradotto in tedesco presso l'editore Wagenbach (1989); nuova edizione Torino 1991; Storie dell'Arte. Toesca, Longhi, Wittkower, Previtali, Roma 1998 (Donzelli); Percorsi caravaggeschi tra Roma e Piemonte, a cura di G. Romano, Torino 1999 (CRT); Rinascimento in Lombardia. Foppa, Zenale, Leonardo, Bramantino, Milano 2011 (Feltrinelli).

MOSTRE

Valle di Susa. Arte e Storia dall'XI al XVIII secolo, catalogo della mostra a cura di G. Romano, Torino 1977: Mostra promossa dal Comune di Torino, Assessorato alla Cultura; Diana trionfatrice: Arte di corte nel Piemonte del Seicento, catalogo della mostra a cura di M. di Macco e G. Romano, Torino 1989: Mostra promossa dal Comune di Torino e dalla Soprintendenza per i Beni Artistici del Piemonte; Vincenzo Foppa. Un protagonista del Rinascimento, catalogo della mostra a cura di G. Agosti, M. Natale e G. Romano, Brescia 2002: Mostra promossa dal Comune di Brescia.

SAGGI

Verso la maniera moderna: da Mantegna a Raffaello, in Storia dell'Arte italiana, vol. 6/1, Torino 1981, pp. 3-85; tradotto in tedesco dall'editore Wagenbach (Berlino 1987); tradotto in francese, presso l'editore Monfort (Parigi 1996); tradotto in inglese, presso Polity Press (Cambridge 1994); Sur Antoine de Lonhy en Piemont, in "Revue de l'Art", n. 85, giugno - agosto 1989, pp. 35-44; Correggio in Mantua and San Benedetto Po, in Dosso's Fate: painting and Court Culture in Renaissance Italy, a cura di L. Ciammitti, S. F. Ostrow e S. Settis, Los Angeles 1998 (The Getty Research Institute for the History of Art and the Humanities).

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