Sara Mamone: Giorgio Vasari: le vite de' più eccellenti pittori, attori e cantori

Conferenza in occasione del ciclo di conferenze "I Mondi del Vasari" presso l'Accademia delle Arti del Disegno, Firenze

Anche lo spettacolo fa parte a pieno titolo dei mondi del Vasari, quello spettacolo che nelle sue varie forme diverrà strumento di consenso e di governo da parte del suo signore Cosimo de' Medici il quale proprio con il contributo dell'artista aretino e del priore degli Innocenti monsignor Vincenzo Borghini porterà a maturazione quel simbiotico legame tra rappresentazione e ideologia che fonderà la prassi del teatro di corte. Impegnato giovanissimo nel 1530 a Bologna per l'ingresso di Carlo V destinato all'incoronazione imperiale da parte di Papa Clemente VII Medici nella basilica di san Petronio il 24 febbraio 1530, l'artista acquisisce piena padronanza degli strumenti di autoglorificazione necessari alla dinastia medicea già nel 1636 per l'entrata trionfale a Firenze dell'imperatore, testimone delle nozze della propria figlia naturale Margherita con il granduca Alessandro. Nel 1542 a Venezia allestirà nella sala del Maggior Consiglio 'La Talanta' di Pietro Aretino, scritta per la compagnia della Calza dei Sempiterni traendone, oltre all'esperienza allestitoria, anche ispirazione per il futuro assetto del fiorentino Salone dei Cinquecento che di quello veneziano adotterà la volumetria (con qualche ritocco michelangiolesco). E proprio nell'apparato scenografico della sala, addobbata nel suo massimo splendore per le nozze del reggente Francesco con Giovanna d'Austria, l’allestimento de 'La cofanaria' e dei suoi intermezzi porterà a maturazione quell'organismo scenografico prospettico di stampo vitruviano ma di ormai matura elaborazione macchinistica che segnerà la strada del grande spettacolo "di sala" e dell'edificio del teatro cosiddetto all'italiana il cui modello dominerà per secoli in Europa.

Ma non di questo "ufficiale allestitore" parleremo nelle brevi note di oggi quanto, come alluso nel titolo che parafrasa scherzosamente la grande opera vasariana, di un Vasari che accanto al ben noto ruolo di storico dell’arte, fu anche un poco storico dello spettacolo. Andremo perciò a rintracciare, tra le pieghe delle testimonianze artistiche quanto, di quelle vite, apparteneva al mondo performativo, quanti, di quegli artisti, univano alla pratica pittorica quella allestitoria ma, ancor più, competenze attoriche o musicali, quanti di loro abbiano usato la bottega e le relazioni di vicinanza cittadina per inserirsi nel tessuto quotidiano dei piaceri, delle "conversazioni", della burla e delle confraternite prima che la regolarizzazione del signore ed un nascente professionismo anche performativo desse agli attori la loro "arte", separandoli, ma mai definitivamente, dai confratelli del pennello. Di questi ultimi cercheremo di scoprire quanto contassero e abbiano continuato a contare, nel ricchissimo e fondamentale capitolo del semiprofessionismo attorico che si conferma sempre più come fenomeno basilare della sociabilità fiorentina comunale e granducale.

Sara Mamone, nata a Genova nel 1948 è professore ordinario di Storia del teatro e dello spettacolo, oltre che coordinatore del Dottorato in Storia dell'Arte e in Storia dello Spettacolo presso l'Università di Firenze. Specialista della storia dello spettacolo di antico regime si è occupata in particolare della civiltà teatrale fiorentina e dei rapporti tra spettacolo e cerimonialità di corte tra Italia e Francia nei secc. XV-XVII. Tra i suoi altri campi di interesse quello del rapporto tra arte figurativa e arti performative e quello relativo al rapporto tra mecenati e performers. Critico teatrale su quotidiani e periodici per oltre un trentennio affianca a questa pratica anche quella di critico cinematografico. I suoi lavori di referenza sono 'Firenze e Parigi, due capitali dello spettacolo per una regina: Maria de' Medici', Milano, Silvana Editoriale 1988 (Paris, Seuil 1990; IDEM, 'Dei, Semidei, Uomini, Lo spettacolo a Firenze tra neoplatonismo e realtà borghese', Roma, Bulzoni, 2003, 'Serenissimi fratelli principi impresari. Notizie di teatro nei carteggi medicei, Carteggio di Giovan Carlo de'Medici e di Desiderio Montemagni suo segretario', Firenze, Le Lettere, 2003.

Il ciclo di conferenze "I Mondi del Vasari: Accademia, Lingua, Religione, Storia, Teatro" è organizzato dal Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut in collaborazione con l'Accademia delle Arti del Disegno, Firenze

a cura di Alessandro Nova e Luigi Zangheri

Per secoli, sino a oggi, 'Le Vite' di Giorgio Vasari sono state consultate per ottenere informazioni più o meno attendibili sugli artisti da lui trattati e sulle loro opere. Si dovette invece attendere l'inizio del Novecento perché la Scuola di Vienna, con il suo interesse per le fonti e la letteratura artistica, esprimesse finalmente il giusto apprezzamento per il sofisticato impianto teorico del grande libro progettato dallo storico aretino. Da allora gli studi sui proemi e sui concetti critici dell'opera vasariana sono diventati sempre più numerosi, ma 'Le Vite' sono un testo così ricco da sollecitare di continuo nuove indagini. Restando nel campo della storia dell'arte, se l'alto valore teorico dei suoi testi è stato da tempo riconosciuto, non si è ancora messo in luce a sufficienza come il Vasari fosse stato tra i primi a promuovere strumenti di ricerca e metodi inediti quali la storia orale, l'analisi stilistica e iconografica, lo studio delle tecniche e dei materiali nonché una forma di 'connoisseurship' basata sulla funzione e sullo stile delle opere. Se ci spostiamo invece in altre direzioni, noteremo subito come la grandiosa articolazione del capolavoro vasariano investa una vasta gamma di temi. Ad esempio, descrivendo nella biografia dedicata a Raffaello un affresco nella Stanza dell'Incendio in Vaticano, Vasari scrive: "Oltra che tutti i cardinali, vescovi, camerieri, scudieri, cubiculari, sono in pontificale a' loro luoghi a sedere ordinatamente, come costuma la cappella." Lo storico ci dice che l'affresco dell'Urbinate è un documento visivo attendibile per ricostruire il cerimoniale di corte e in effetti 'Le Vite' sono una fonte viva e insostituibile per tanti aspetti della società rinascimentale che esulano dalla storia dell'arte in senso stretto: dalla medicina al diritto, dalla musica al teatro, dalle feste in costume alla politica. Le biografie scritte dal Vasari raccontano pertanto un mondo molto più vasto di quello animato dalle botteghe artistiche.

La serie di conferenze organizzata congiuntamente dal Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut e dall'Accademia del Disegno intende celebrare questa complessità multidisciplinare del testo vasariano, per sottrarlo a una prospettiva specialistica che ne limita l'orizzonte. 'Le Vite' sono una fonte cruciale del Cinquecento italiano non solo per gli storici dell'arte, ma anche per quelli del teatro, dello spettacolo, della lingua, della letteratura e dei conflitti religiosi.

Accademia delle Arti del Disegno
Sala delle Adunanze
Via Orsanmichele 4
50123 Firenze
Prof. Dr. Alessandro Nova  
Telefon:+39 055 24911-85
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