Bildarchitektur. Technologie und Rolle der Sgraffito-Fassade im Florentiner Quattrocento

Workshop

organisiert von Wolf-Dietrich Löhr und Andreas Huth

Vortrag

Architekturbild. Der Innenhof von Francesco Sassettis Villa und die Sgraffito-Fassade im Florenz des Quattrocento

Andreas Huth

Anschließend Diskussion mit Beiträgen von Maria-Rosa Lanfranchi (OPD Firenze), Daniela Valentini (Istituto Spinelli) und Eleonora Pecchioli (Istituto Spinelli)

Moderation: Wolf-Dietrich Löhr

Rundgang

3. Juli 2012, 17.30 Uhr

Treffpunkt: Palazzo Medici, Ecke Via Cavour/Via de' Gori

Wolf-Dietrich Löhr, Andreas Huth

Neben den Macigno-Verkleidungen gab es im 15. Jahrhundert in Florenz für einen bedeutenden Palast nur eine Form der Fassadengestaltung, die als angemessene Alternative zum Haustein gelten konnte: die Sgraffito-Technik. Nach einer ersten Blüte um 1400 erlebte der Kratzputz ab der Mitte des Quattrocento einen Aufschwung, an dessen Beginn mit dem Innenhof des Palazzo Medici und der Fassade des Palazzo Neroni-Gerini zwei prominente Bauprojekte stehen, die zugleich den neuen Rang und die modernisierte Formensprache des Sgraffito vorführten. Der Wert einer Sgraffito-Fassade war jedoch schon vorher vor allem ein künstlerischer; ihr hybrider Charakter als bildhafte Architektur und ihre zwischen Grafik und Wandmalerei stehende Technologie waren bereits im späten Trecento voll entwickelt. Dennoch ermöglichte vielleicht gerade die Kombination aus dem niedrigem Materialpreis, der Bedeutung als Repräsentationszeichen und der Bildhaftigkeit das Experimentieren mit den wiederentdeckten klassischen Architekturformen aus Antike und Protorenaissance. Hierfür ist die Fassade des Palazzo Neroni-Gerini sicher das bedeutendste Beispiel. Sie steht der des etwa zeitgleichen Palazzo Rucellai an Radikalität kaum nach, ist jedoch - wie Sgraffito-Fassaden überhaupt - in der Forschung kaum berücksichtigt worden. Insgesamt sechzehn solcher Fassaden aus dem Quattrocento sind in Florenz ganz oder teilweise erhalten; zwei bedeutende Objekte wurden im Laufe des letzten Jahrzehnts restauriert. Auf dieser Grundlage lassen sich Fragen nach dem Beitrag des Sgraffito zur Entwicklung des Florentiner Palastbaus und nach seiner Rolle im urbanen Gefüge der Stadt und seiner Wahrnehmung neu diskutieren.

Der Workshop widmet sich ausgehend von den weitgehend unbekannten Sgraffito-Fragmenten in der Villa La Pietra (heute Teil der New York University) und den Sgraffito-Fassaden des 15. Jahrhunderts in Florenz dem Spannungsverhältnis zwischen Bild und Architektur sowie technologischen und konservatorischen Fragen. Hierzu sind neben dem Vortrag von Andreas Huth eine Diskussion mit Beiträgen der Restauratorinnen Maria-Rosa Lanfranchi (OPD Firenze) und Daniela Valentini (Dozentin am Istituto Spinelli) sowie der Kunsthistorikerin Eleonora Pecchioli geplant. Eleonora Pecchioli hat 2005 das Buch "Florentia picta. Le facciate dipinte e graffite a Firenze dal XV al XX secolo" veröffentlicht und lehrt ebenfalls am Istituto Spinelli. Am späten Nachmittag führt ein Rundgang zu ausgewählten Sgraffito-Fassaden (u.a. Palazzo Neroni-Gerini, Palazzo Spinelli und Palazzo Lapi) - im Florentiner Zentrum.

Architettura dipinta. Tecnologie e ruolo delle facciate graffite del Quattrocento fiorentino

Workshop

a cura di Wolf-Dietrich Löhr e Andreas Huth

Conferenza

Architekturbild. Der Innenhof von Francesco Sassettis Villa und die Sgraffito-Fassade im Florenz des Quattrocento

Andreas Huth

Discussione: Dott.ssa Maria Rosa Lanfranchi (OPD Firenze), Dott.ssa Daniela Valentini (Istituto Spinelli), Dott.ssa Eleonora Pecchioli (Istituto Spinelli)

Moderatore: Wolf-Dietrich Löhr

Visita guidata

3 luglio 2012, ore 17.30

Palazzo Medici (angolo Via Cavour / Via de’ Gori )

Wolf-Dietrich Löhr, Andreas Huth

Per quanto riguarda le facciate dei palazzi di prestigio, era presente a Firenze, durante il XV secolo, una sola tipologia alternativa al rivestimento in macigno: la tecnica dello sgraffito. Se una prima diffusione delle facciate graffite vi fu già alla fine del Trecento, è dalla metà del XV secolo che se ne registra un significativo incremento, il cui momento di decollo è rappresentato dalla decorazione del cortile di Palazzo Medici e della facciata del Palazzo Neroni-Gerini: si trattò di due progetti di grande rilievo, emblematici della valenza simbolica e del rinnovato linguaggio formale dello sgraffito.

Le facciate graffite avevano già acquisito un'importanza innanzitutto dal punto di vista artistico, visto il pieno sviluppo che ebbero nel Trecento tanto le architetture dipinte con il loro carattere ambiguo quanto la loro tecnica di realizzazione, intesa sia come procedimento grafico che pittorico; oltre a questo, tuttavia, altri fattori concorsero a incoraggiare le sperimentazioni decorative su forme desunte dall'architettura classica e proto rinascimentale: fra essi il basso costo dei materiali, la funzione nobilitante conferita da una siffatta ornamentazione e la libertà creativa che nasceva dall’operare con le architetture dipinte.

La facciata del Palazzo Neroni-Gerini ne costituisce l'esempio più significativo, in quanto offre soluzioni formali non meno radicali di quelle proposte dal contemporaneo Palazzo Rucellai, sebbene si tratti di un argomento solo marginalmente affrontato dagli studi - come del resto l'intero problema delle facciate graffite a Firenze.

Ben sedici facciate graffite si sono conservate, due delle quali hanno subito recentemente interventi di restauro. I risultati di tali lavori costituiscono la base ideale per un'analisi approfondita sul tema dello sgraffito e del suo sviluppo come tipologia decorativa, considerando in maniera problematica la funzione delle facciate graffite dei palazzi fiorentini in rapporto al tessuto urbano.

Partendo dalla serie poco nota di frammenti a sgraffito conservati a Villa la Pietra (New York University) e dalle testimonianze di facciate graffite del Quattrocento fiorentino, il seminario mira a riflettere criticamente sia sul rapporto dialettico tra immagine e architettura nella decorazione che sui problemi di natura tecnica e conservativa connessi alla produzione e alla tutela delle facciate.

All'introduzione di Andreas Huth seguirà una discussione a cui interverranno Mariarosa Lanfranchi (Restauratrice, OPD Firenze), Daniela Valentini (Restauratrice, Istituto Spinelli) e Eleonora Pecchioli (Storica dell'arte, Istituto Spinelli). Seguirà una passeggiata nel centro di Firenze che si soffermerà su tre monumenti emblematici - affrontati nel corso del dibattito - quali Palazzo Neroni-Gerini, Palazzo Spinelli e Palazzo Lapi.

Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut
Palazzo Grifoni - Seminarraum
Via dei Servi 51
50122 Firenze
Dipl. Rest. Andreas Huth  
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